9/28/2006

Per piacere..

Ho appena scoperto che morirò certamente il 3 febbraio del 2032.

Ora, per quanto io adori i test in ognuna delle loro forme, quest' ultimo mi ha a dir poco divertita.

Nel suo cattivissimo gusto, è ovvio.

Cattivissimo nel senso che ' No, dai,ma veramente? Nemmeno ai 50 mi fate arrivare? '

Per piacere..

Daltronde ieri era Spoon River, oggi..piuttosto che siamo alla deriva dell' inventiva, ma va bene così, ci si può riflettere comunque, no?

Per piacere..

Che sia scritto - quando sarà, ma tanto vi ho avvertito per tempo -, che sia scritto sulla mia lapide, in alto a destra, che sia scritto insomma:

" C' è sempre di peggio "

E intanto che sono viva, lasciatemi dire:

" Il meglio deve ancora venire.. "

Ma per piacere!

9/17/2006

Morti di Fama

Fame di fama.
Non per un gioco di parole, ma perchè
- a quanto pare -
il successo ci farebbe vincere le nostre paure.

E così si compirebbe il vangelo secondo Andy Warrol.

Daltronde come negare che 15 minuti di celebrità non sarebbero un toccasana per la salute mentale di chiunque..

Ma facciamo un passo avanti, o meglio indietro.

Scaviamo, parliamone insomma.

Anzichè fermarsi sull' argine dei nostri timori, temporaneamente sceso per la potenza della fama, immergiamoci per incontrare qualcosaltro:

Individualismo e Globalizzazione, sempre loro. Che hanno creato un ampliamento dello spazio d' azione e dunque di autorappresentazione, a livello mondiale. Uno spazio di connessioni virtuali fra tutto il pianeta, o giù di lì.

Ora: accanto agli indiscussi risvolti neri di cui dispongono, Individualismo e Globalizzazione - la sempreverde coppia del secolo, degna di copertina per le migliori testate gossippare - celerebbero in sè anche un germe positivo.

E' indubbio che lo spazio creato dal loro rapporto ' confuso e felice ' goda delle caratteristiche di ETEROGENEITA' e TRANSFRONTALITA' .

Le quali, oltre ad essere due parolone da cervellotici in cattedra, hanno anche il potere di aver rinnovato i tradizionali sistemi economici, politici, sociali e dunque culturali che il nostro beneamato mondo ospita. Almeno nel modo di pensare.

Ed ecco che, potenzialmente, germina una nuova intelligenza collettiva, fondata sul rispetto e la fattiva considerazione di ogni competenza del singolo.

Nonchè sul concetto per cui il Sapere umano costituisca esso stesso uno spazio - in qualunque ambito operi, nel ' frivolo ' come l' utile - , nascendo da ognuna delle attività, pragmatiche e immaginative, emerse dall' interrelazione fra singoli.

Per cui le competenze individuali acquisterebbero senso in relazione all' intero collettivo entro il quale si organizzano.

Da questa nuova epocale consapevolezza, un nuovo epocale senso di autostima

- ebbene sì, non stiamo sempre lì ad autolederci..-

Se io sono uguale a te, io sono anche - e soprattutto - diverso.

O forse, speciale.

Perchè ti servo.

Perchè il collettivo ha bisogno anche di me.

E se questo collettivo è individuato dal contatto e l' interrelazione globale, equivarrebbe a dire che poggia sull' apparire - senonaltro virtuale - di ogni suo singolo componente.

La fame di fama non ha solo a che vedere con le nostre paure dunque - e mi perdoni tutta la categoria degli psicologi sociali, Orville Brim in testa - .

Il desiderio di mostrarsi sarebbe un vero e proprio diritto.

E i 15 minuti di celebrità, da desiderati, sarebbero divenuti ' pretesi '.

Daltronde, se il contributo di ognuno è imprescindibile come la singola nota in una sinfonia mozartiana, come negare l' esigenza di questo diritto?

La gerarchizzazione di competenze tende a dissolversi nel nostro pensiero: ciascuno ha da dire la sua. E forse 15 minuti non sempre gli sono sufficienti.

Il problema perciò non risiederebbe nel concetto di fama in sè. Chè esso può spalancare anche orizzonti fecondi.

Piuttosto - oserei - nello stadio ancora pre-natale di questa nuova consapevolezza del Diritto alla Fama: pochi di noi sono davvero pronti a saperla gestile. Molti non sanno assumerne la responsabilità.

E capita di pensare che magari siano sufficienti una testa mesciata e delle carni denudate - tanto per fare un esempio - nel dare il proprio contributo al mondo.

Il chè sarebbe anche accettabile, se solo le cosciescosciate servissero a smuovere ' altro ' che il testosterone, e - si badi bene - lo ritengo plausibile.

Il punto è che reality, letterati e letterine dovrebbero meglio riuscire a farci credere nel loro necessario interscambio su questa terra, come gli incastri che permettono ad un orologio di mettersi in moto, di esistere insomma.

La fama fine a se stessa è un reato.

Ma non quando implica che ciascuno possa ' metterci del suo '.

Che ognuno cerchi di rifletterci..

9/10/2006

Filastrocca del Silenzio


Silenzio.

In riva al fiume
un pescatore d' altri tempi.

Sul ciglio di un sentiero
io stessa.

Che sogno
che corro
che cerco di fuggire.

Il mio silenzio

è un frastuono
di bombe
esplosioni
cadaveri
macerie.

E povertà.

E grida
' Al fuoco '
Dio dov' è
' Sparate '
Sparati
appena un continente più in là.

La Morte mi sedeva sulla schiena.
Beffarda, giocava
voleva che piangessi.

Bestemmia il pescatore sulla riva
un dio che non conosce.

Sul ciglio del sentiero
piango appena
la guerra
che non mi vede
ma che è vicina.

Dov'è la preghiera
dov' è la mia pace?

la vecchia signora
che dondola e cuce
la nostra uguaglianza.

Dov'è la mia fede
dov' è la speranza?

9/04/2006

Gettarsi nell' ingranaggio


E poi l' ho fatto.
Meglio: lo sto facendo.
Scriverle questa lettera significa qualcosa per me.
Sono una ragazza - romana - che aspira a viverci, di scrittura.
Daltronde ho ventitre anni, faccio ben valere il mio diritto di sognare..

Ma un pò di pragmaticità non guasta.
E arriva il momento in cui ti laurei.
In ' Tetro ed Arti performative ' ,

perchè l' Arte è uno di quegli elisir che ti danno l' impressione
di viaggiare anche restando fermo.

Arriva il momento in cui un autolusinghevole 110 premia anni di esami
e primi baci, letture e telefonate riguardo a quel ragazzo che non ti
ama più
, cultura, appunti, e certe sbronze del sabato sera.
Arriva il momento in cui pensi di aver finalmente finito, per poi
renderti conto.. che sei lì a dover ancora cominciare.

Vai in edicola, sigaretta post-caffè in bocca. Compri ' A ' e sfogli.

E sfogliando ti accorgi di poter dare un contributo anche tu.

Daltronde ti piace, quella rivista, la trovi giovane, frizzante e
insieme professionale. Attenta al mondo che la sta ospitando.

Perciò, il contributo: internet, la realtà dei blog. E di quelli femminili.

Dal tendente al ' diario ', all' aspirante ' vi parlo della società in
cui viviamo, fingendo di prenderne le distanze '.
Da quelli culinari, a quelli pseudo femministi.
Da quelli ' momento lirico ' con velleità letterarie,
a quelli ' momento spinto ', di dichiarato stampo ' erotismo solo a parole '.

Il contributo che penso di poter dare consisterebbe in questo
presentare, discutere, ridere simpaticamente sù, attorno ad un
fenomeno oggi dilagante: quello dei blog femminili.
Di questo sesso che fino a qualche anno fa si riteneva ancora
' non capace ' d' avvicinarsi al temutissimo baubau tecnologico.

Io stessa ne sono stata attratta: ho un personale blog, un simpatico
simulacro virtuale per il mio animo ballerino, teso fra il dramma e
l' ironia più graffiante.
Qualcosa che oscilla fra le vostre rubriche ' Le Iene ' ( 1 e 2..) e
' Il sesso della vita '.
Con un pizzico di ' Pensarci prima? '.

Ecco perchè penso di conoscere quello di cui le sto parlando.
Quest' eventuale nuova rubrica nel vostro olimpo!

E per quanto concerne il fatto che io le stia scrivendo, posso solo
dirle che la spinta è anzitutto la fame di mettermi in gioco.
Di cominciare senza pretese. D' imparare con umiltà.
E di crescere nel dare un contributo anche fuori dalle quattro mura
della propria stanza, dove è fin troppo semplice dirsi:
" Sto diventando grande ".
Perchè il mondo esterno è la prova di banco.

La richiesta professionalità proviene solo da questa convinzione.
Voglia di fare, per dare.

Così, nel caso interessasse, sarò ben lieta di - e pronta per -
inviarle il mio giovane curriculum.

Intanto la ringrazio per l' attenzione.
Un sincero buon lavoro, cordialmente,

E nome e cognome. Numero di telefono, indirizzo e- mail.
Segnalazione blog, nonchè :
Tenerezza.
Per quella - chiamiamola - ingenuità circa l' essersi presentata senza il benchè minimo velo:
Un' " Egregia direttrice ", " Gentile Dottoressa ", un formalismo
- almeno uno -
niente di tutto ciò.

E ti ritiri in un silenzio a tratti ostico.
Ti accorgi d' aver bisogno di un cappotto in piena estate, o semplicemente di non gradire molto la sensazione di trovarti proprio lì: fra gli ingranaggi del mondomostro di fuori,
gli incastri - all' apparenza senz'anima -
del ' Come proporsi alla realtà lavorativa? Certo non come hai appena fatto tu '.

Allora non puoi far altro che sorridere nell' amaro, sorridere nell' ingranaggio sconosciuto, sorridere del tuo dolce gattonare.

Specie quando rileggendo quella lettera di supposta presentazione, ti rendi conto di un lapalissiano errore d' ortografia proprio lì, a due righe dall' inizio:
" Meglio: lo sto FEcendo "...

Daltronde arriva per tutti, il momento di imparare a camminare.