11/21/2006

RIDATEMI LA MEZZA STAGIONE


Se era il 3 novembre, e anche tu non ti capacitavi di vedere proprio lì, davanti a te, un addobbatissimo albero di natale, con ogni probabilità ti trovavi all’ upim di piazza della Balduina qui a Roma.
D’altronde è una realtà: la corsa per il palio del pino è sempre più in voga. Ma santocielo non già dal 3 di novembre, dai!

Va da sé che l’ atmosfera in generale lo ha permesso: complice l’ abbassamento vertiginoso della temperatura, nonché quell’ improvvisa stizza per il motorino- e non c’è parabrezza che tenga-

La violenza temporale mi ha spinta verso via Cola di Rienzo, per vedere di trovare almeno lì il giusto equilibrio novembrino,
ma niente.
Festoni rosso fuoco, centrotavola d’orati,cassetta per le letterine a babbo natale accanto alla vetrina di Giocagiò e dulcis in fundo: vischio appena all’ entrata di un negozio di casalinghi.

Questo è ciò che fa arrivare anche un ventenne a dire che signora mia, le mezze stagioni non esistono più. Niente niente e mi aspetterei di vedere già delle frappe in una pasticceria se dovessimo continuare così. La realtà è che si gioca sempre a far credere che sia festa: terminata l’ estate, ecco arrivare halloween – che hai tempi miei del dolcetto o scherzetto nemmeno l’ ombra- finito di commemorare i defunti, il 3 novembre è già Natale e giunti all’ epifania, il 7 gennaio sarà carnevale. Sembra quasi che i romani non sappiano apprezzare i tempi feriali e accanto alle caldarroste, debbano per forza affiancare un festone.
Ridatemi PERFAVORE la mezza stagione.

11/20/2006

ZOZZONE SI NASCE


Per il panino notturno di fine serata, qui a Roma si va tutti da lui: Giorgione, meglio noto come lo Zozzone di Corso Francia.

Da qualche tempo coadiuvato dai suoi apprendisti zozzetti, Giorgione si trascina ogni notte il suo

trash-food su ponte Flaminio- una dedizione da manuale- ed incanta per presenza di spirito: 1,80 cm per 90 Kg di carisma, zuccotto di lana in testa e quel suo stile nel sedere dietro la cassa che nemmeno un reale sul trono.

Accorrono da tutta Roma per ammirarlo mentre scalda le sue piastre. Sebbene in molti abbiano tentato d’ imitarne le gesta- paninaro al Foro Italico o a Porta Maggiore- nessuno ancora è riuscito ad eguagliare il potere delle sue salsicce, nonché degli arrosticini da far invidia alla miglior cacciagione abruzzese.

Per i fast-food: una battaglia persa. Manca la forza aggregante dello Zozzo che unisce nella diversità: persone in Porche e motorino, Maserati e Panda in un unico iato di gioia comune, nell’osservarlo grigliare hamburger e maneggiare cipolla con impeccabile classe da portuale. La sua è pura passione, curata nel dettaglio, in un’atmosfera che trascende le migliori sagre di paese e riscalda le alienanti serate metropolitane: ad halloween per l’occasione, palloncini neri ed arancione accrescevano il folklore.

D'altronde Zozzone si nasce. E per quanto certe notti lo stomaco reclami quelle salsicce che ancora sta digerendo nel sonno, l’operazione Z3- Zozzone ndr- rimane una delle poche gioie romane alla quale è d’obbligo non rinunciare.