6/20/2007

Generazione di Fonemi

Passi che bella significa ciao, un tajo divertirsi, pisciare dare forfait, la ciospa una sigaretta ma per favore i fonemi no. Sono un tormento: negli sms per risparmiare caratteri preziosi , su msn per scrivere più in fretta, finanche in certe telefonate con il proprio uomo, ridotte a un si no poi, quando disgraziatamente capitano fra un cellulare in equilibrio tra collo e spalla e le manovre per un parcheggio. Per quanto anche “i grandi” abbiano sempre i minuti contati, sono piuttosto miei coetanei quelli che “ Mmh, ok., asp, 2 min, qcuno m tel. ora!”. Per non parlare dei limiti dell’indecenza estetico-grafica quando la doppia c si sostituisce con una singola k. L’accademia della Crusca avrà un bel da fare, immagino. E intanto agogno sempre più certe seratine dall’atmosfera lounge, musica soul di sfondo, muller thurgau d’accompagnamento ma soprattutto: parole, dette per intero, discorsi, crogiolarsi nella ritmica dell’arte oratoria. Quando capita, mai che sia programmato – poiché oltre che generazione di fonemi noi siamo anche quelli che l’appuntamento all’ultimo minuto e non si parli poi dell’organizzazione vacanze -, il momento dialogo assume un ché di suggestivo e insieme inquietante. Paranoie s’affacciano all’orizzonte. Mentre ci si gode la serata, il senso di colpa per ciò che non siamo riusciti a fare oggi serpeggia, recando con sé centinaia di parole tronche domani, nel tentativo di: risparmiare. Centesimi o tempo non ha imp.za.