7/09/2007

Fidanzatina di fatto


Dopo la Gazzetta dello sport ci ha pensato RomaEstate ad ospitare uno stand sul poker e i suoi tornei di texas hold’em: le carte in mano sono 2 e non 5, le chips non sono soldi ma punti e l’atmosfera riflette una sana competizione sportiva. Quello che non dicono però, è che si respira anche dell’altro: maleodoranti camice sempre più sbottonate per ogni mano di gioco, catenine d’oro in bella mostra su petti villosi, signore in età di menopausa ascoltare Luigi Tenco sull’i-pod, ma soprattutto il mio ragazzo, appena rientrato da una vacanza londinese, che decide di portarmi ad un torneo di poker piuttosto che a cena fuori. Resto un’ora in piedi a guardare il mio lui in fila per l’iscrizione al gioco, quindi vengo gentilmente invitata a non oltrepassare la linea rossa che perimetra i tavoli. Decido di fare shopping nello stand d’abiti che mi sta di fronte come una luce salvifica, ma il mio lui telefona, per sapere se “insieme ci stiamo divertendo a Roma Estate” e cerco così, di farmi coinvolgere in quest’esperienza. Senza valicare la famigerata linea rossa, qualche mano di gioco la guardo, porto da bere al mio ragazzo sempre più sudato e con i due picche al posto delle pupille, ma poi è più forte di me: comincio ad augurarmi che perda il prima possibile. Ancora non abbiamo cenato e il torneo si protrae per le lunghe. Fidanzata con il mio lui, sì, ma fino a un certo punto: oltrepassato quello, mi sento in pieno diritto di chiedergli la carta bancomat per continuare il mio shopping e approfittarne per mangiare un kebab!