5/18/2007

Santa Passione

“Che tight”
rompe il silenzio Luca, riferendosi alla poca azione del gioco.
“Serve uno slowplay” mi sussurra.
Marco è sicuro di vincere con il suo tris di K, ma già dalla prima mano Luca ne ha uno d’assi:
“Ha portato a spasso il cane” dicono.

Non sono su un tavolo da poker, ma in un mondo dove parlano una lingua straniera.
Giocano alla texana, poker a 2 carte coperte, più rapido rispetto al classico a 5, potenzialmente più “spettacolare” e, magari, sportivo?

Ci si è messa di mezzo anche la Gazzetta, dello sport appunto, a promuovere come tale il gioco d’azzardo. Mi chiedo come possa essere sport ciò che ha per scopo la vincita in denaro: mi spiegano che è un po’ come giocare in borsa e che essere parsimoniosi, a poker, si può.
Mentre si combatte perché venga legalizzato, si gioca on-line e ci si accontenta di premi non in denaro dunque?
La risposta è no.

Due giorni dopo vengo portata in un circolo che espone coppe sulle pareti a dimostrazione che quelle sarebbero premi, ma finisco per restare fino alle 5 di mattina, alla fine del torneo, e scoprire che in palio non c’è altri che un buono da 2000 euro per accedere ai casinò dove tutto è legale.
Niente soldi in apparenza, salvo poi farsi cambiare il suddetto buono in contanti e aggirare la legge, ché tanto al circolo non entrano liquidi da dichiarare.
Quelli finiscono solo nelle tasche di uno, dalla tasche di altri 100:uomini e donne di ogni età, colmi di santa passione e 700 euro a settimana se sono particolarmente illuminati.