4/30/2007

Il caffè del pressapochismo


Mi aspetto che sensibilizzi le coscienze sul problema della distribuzione- praticamente inesistente- dei film indipendenti.
Che lanci una denuncia fattiva.
Ma lui non tira fuori altro che disincanto, salvo poi definirsi un donchisciotte del 2007.
Loda i suoi principi etici fra i mostri atavici della cinematografia italiana, scarta soluzioni alternative per ovviare al problema – vedi la distribuzione on-line – e opta per l’ uscita in edicola dei suddetti film indipendenti, ma solo a Roma e Milano, ché bisogna provocare.
Il pressappochismo serpeggia, senza neppure la decenza di farlo quatto quatto, fra i tavolini del caffè letterario.
Gentildonne sugli anta e vesti in macramè guardano con ammirazione al produttore-distributore incompreso, stringono fra le braccia il suo ultimo libro che non leggeranno mai e fumano sigarette sottilissime.
Mentre penso che dovrei fare da porta-idee al donchisciotte paradossalmente incazzato con “il sistema”, la mia attenzione si sposta sul Müller Thurgau, il suo aroma fruttato e un gianduiotto torinese.
Al comizio dei cineasti di lotta continua a Notte prima degli esami, infatti, si accompagna la degustazione gratuita di cioccolatini con relativo vino abbinato: la presunta serata intellettualoide si trasforma nella saga del mio inaspettato talento di scroccona agli open-bar.
E intanto sogno quei bei café parisien , dove Picasso sfidava a pennellate Modigliani e qualche ragno, alla fin fine, si cavava dal buco.