Bancarella's girls

Sofisticate vestendo made in bancarella, si può.
Ben inteso, non si accettano stratagemmi stile finto manifesto Gucci sulla borsetta, CK sul top di pizzo, né tantomeno un’ ingombrante D&G come fibia della cintura.
Le bancarella’s girls indossano capi alla moda, ma senza scimmiottarla.
Jeans a vita bassa , maglia in abbinato a scaldacuore, scalda braccia scaldamuscoli e shorts ma non troppo, chè le bancarella’s girls sanno farsi due conti anche fra altezza larghezza ed età e ottenere così il numero di centimetri idoneo a non far scivolare il proprio charme.
Per gli accessori vale lo stesso: osservare una di loro equivale al beneficio di un viaggio che sposa la qualità al prezzo.
Sanno scegliere e comportarsi. E’ impossibile distinguerle accanto a una maglietta stracciata Phard, o smascherare le loro calzature Carlini di fianco a ballerine Prada volutamente usurate per lanciare il messaggio “sono una radical chic affatto snob”.
Le bancarella’s girls sono quello che sono: spesse volte studentesse, arrotondano come babysitter o commesse, per un introito mensile di 6/700 euro al netto in caso di impiego full-time.
Regalarsi un capo miss sixty è una tentazione cui cedere giusto di fronte all’euforia del primo stipendio, ma , dopo la pazzia, si torna al menage di sempre: 20euro fra maglietta e coprispalle, 15 per un jeans, 30 al massimo per le scarpe.
E fanno 65 euro di stile che non si adombra al cospetto di firme né si maschera dietro categoria sociale alcuna.
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