4/19/2007

Quelli che...l'arrotino nel 2007


E’ arrivato l’arrotino.
Aggiusta forbici, coltelli, cucine a gas e il resto è storia.
Specie quel megafono semiarruginito che fa molto artigianato itinerante, da dove una voce echeggia, cantilenando un motivetto stile anni ‘50, sempre lo stesso e che solo in età della ragione ho capito essere registrato.
L’arrotino, che si accompagna sempre all’ombrellaio, è uno dei pochi “ prodotti locali ”, insieme a quello del chiavaro in zona Prati – ma questa è un’altra storia - ad aver resistito alla tentazione del marchio CE e alla politica sulla diffusione nazionale dei beni regionali.
Osservarlo per le strade di Roma con il suo passo lento, quasi pigro, nell’attesa che una qualche vecchina scenda a portargli quel serramanico del ’15/’18 è un connubio di commovente passione e provincialismo – come si confà a una città quale Roma –.
Unico richiamo alla realtà contemporanea: il passaggio dallo storico furgoncino bianco a una fin troppo normalissima utilitaria.
Dalla portiera, questa mattina, vedo scendere un arrotinombrellaio simil ragazzo in canotta bianca nella pubblicità della coca light qualche anno fa.
Nessuna donna si strappa i capelli alla sua vista né tantomeno gli fornisce un qualche arnese da riparare.
Mentre mi chiedo come riesca ad arrivare alla fine del mese penso che infondo potrei anche affidargli quell’ ombrellino viola da borsetta a cui mancano certi raggi…
Per questioni di lavoro, ovvio, non per la canotta bianca.