1/03/2007

Variare Zona?


Non sia mai che i romani, alla sera, si spartiscano equamente fra diversi quartieri.

Noi siamo quelli che tutti insieme è meglio, e tanti saluti alla comodità.
Viaggiamo sostanzialmente fra trastevere e centro storico, con l’ irrinunciabile lei:
l’ ora di coda. Prima di parcheggiare, entrare in un centro sociale, ricevere una birra
- respirare- ma soprattutto: sperimentare l’ ebbrezza del concetto di tavolino.
Prendiamo la Lutèce, delizioso esemplare all’ombra di piazza Navona, ritrovo per aperitivo e post serata, ma: rigorosamente in piedi. O meglio, spaparanzati sui cofani delle macchine di fronte, con conseguente trauma lombare a fine serata.

Gli esigui tavolini all’ interno non saturano del resto le presenze sul posto, che altrimenti chiuderebbe per fallimento attività.
Trattasi di una falla nell’organizzazione a cui fa capo l’iniziativa? La stessa di quel Freni e frizioni in trastevere che con tanto di piazzola di fronte, dei tavolini fuori manco a parlarne.

Chiedo maggiori informazioni ai baristi del loco. Scaricano la responsabilità al comune, quando non ai residenti della zona, che mal sopporterebbero il vociare dei clienti seduti ma si accontenterebbero di quello fatto in piedi - non fa una piega -
Idem per S. Calisto – in trastevere, ma che ve lo dico a fa- per non parlare di Campo de’ fiori, dove con tutti i tavolini, la statua di Giordano Bruno resta comunque un salotto en plein air.

Variare quartieri? Fuori discussione.
Così eccoci tutti lì, accalcati e doloranti ma al dunque, felici. (?)