5/17/2006

Medea vs Kaotian



Siamo in quel di Darlington, nella - dicono - freddina Gran Bretagna. Siamo lì, ad attendere il tè delle cinque e certe maniere tuttosommato in stile ancora classicheggiante, quando un inquietante assunto ci desta bruscamente dal sogno winkelmanniano:

" ..Più che una perversione sessuale, è un vero stile di vita. ".

Così parlerebbe sir Lee Thompson, adepto della setta tutta nuova di quelli che

" Chiamateci Kaotians ".

Orbene, la suddetta filosofia di vita

- chè proprio di questo si tratterebbe a sentir gli esperti -

sembrebbe uno schiaffo bellebuono, per dirla alla partenopea, a quel che fu di una certa rivoluzione femminista, per merito della quale stavamo appena appena assistendo a certi uomini che prendono per la gola le loro donne, anzichè il contrario, come da sempre hanno sostenuto le nostre nonne,

stavamo giusto ammirando le doti culinarie di questi uomini, dicevo, che magari ad un primo invito proponevano casa propria

- senonaltro per mettersi sui fornelli, prima che sopra di noi - che daltronde ci saremmo concesse solo perchè lui avrebbe cucinato..-,

eravamo lì lì per festeggiare vittoriose, dicevo e questa volta lo dico davvero, quando ecco spuntare lui:

il kit del piccolo schiavista. Collari, guinzagli, catene, con tanto di certe donne che sceglierebbero spontaneamente il credo del farsi trattare da schiave.

Controtendenza?

Convenienza sarebbe piuttosto la risposta dei diretti interessati - sir Thompson in testa - :

"La nostra è una sopraffazione gentile "

" Ah, ma allora va tutto bene "

" Beh, certo! Uno schiavo triste non è un buono schiavo. ".

Daltrone la maschilità - ma chiamiamola pure supposta virilità - sarebbe nata proprio dal bisogno di distinguersi da tutto ciò che è diverso da sè, ergo:

dalla paura e dalla fuga dal femminile.

Ma è proprio vero, poi, che l' Altro sarebbe il solo luogo di nascita del soggetto, e il suo sviluppo la storia del rapporto con quel benedetto Altro

- così, tanto per filosofeggiarci sù -?

Virginia Woolf auspicava ad un miracoloso " supplemento " femminile.

Qualcosa di più che una semplice aggiunta. Qualcosa che avrebbe determinato lo spostamento del punto di vista interno sul concetto di diversità.

Non saranno certo un esercito di Medee, con seguito di Salomè,

nè, di contro, certe donne Kaotians, ma qualcunaltra a portare ad una svolta.

Qualcuna che saprà armeggiare il senso del rispetto per la diversità, come un dritto e rovescio.

Chè daltronde solo una cosa parrebbe certa: tutto quanto sarebbe un pò un compromesso. Un dritto e rovescio, quella famosa medaglia a doppia facciata.

Basterebbe accettarlo, prima di partire per cambiare il mondo.

Solamente saperlo accettare.

La questione di fondo è che si è troppo impegnati a contestare, per rendersi davvero conto che ciò che viene prima è innanzitutto il concetto di diverso, e il suo doverlo rispettare.

Virginia Woolf non ha parlato di uguaglianza, nemmeno un pò.

E non era una follia.

Dove è che era scritto? Che la diversità precluderebbe il rispetto e un numero di diritti eguali per ambo i sessi? Dove, dov' era scritto?

Un attimo che ora non ricordo..

Eh, no. Non è mai stato scritto, da nessuna parte.

1 Comments:

  • At 9:11 AM, Blogger Nittalope said…

    Scritto non lo trovi scritto... per fortuna... che già senza che lo trovi scritto le descriminazioni...

    Vabbè... comunque poi vi lamentate del mio essere criptico!!
    ;P

     

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